Dobbiamo dare atto ai suoi ideatori, che la nuova sistemazione di Piazza della Pace, sotto il profilo della viabilità funziona egregiamente, il traffico scorre fluido e non si formano più code per l'immissione nella piazza.
Inoltre sulla piazza sono state ricavate due piccole isole pedonali frequentatissime, che hanno offerto alla cittadinanza dei luoghi d'incontro di cui si sentiva evidentemente il bisogno.
Ottima anche la scelta dei corpi illuminanti, in linea con le nuove norme sulla riduzione dell'inquinamento luminoso.
Qualche perplessità abbiamo invece sulle modalità di assegnazione del progetto, sull'incongrua fontana pendente e sulla scelta d'arredo verde, con grande uso di corteccia e breccia, fatta più nel desiderio di ridurre al minimo le spese di manutenzione che di allietare lo sguardo.
Registriamo qualche lamentela per la distruzione del cavallo in calcestruzzo e per l'attraversamento pedonale, troppo periferico e macchinoso (e già si ravvisano sulle aiuole i segni delle scorciatoie adottate dai cittadini).
Ma sopratutto rimane il rimpianto per l'abbattimento dei maestosi pini e cedri che caratterizzavano la vecchia piazza.
Nulla, nella nuova planimetria, giustifica infatti l'abbattimento di molte delle piante che ombreggiavano il giardino della scuola, né quello dei tre pini che insistevano sulla vecchia rotatoria, e che, come testimoniano le foto allegate, avrebbero potuto decorare la nuova assai meglio dei tre ulivi stenti messi al loro posto.
PRIMA in rosso il profilo dei ceppi dei pini abbattuti (clicca sulle foto per ingrandire)
DOPO
Il profilo dei ceppi sovrapposto all'immagine della nuova rotatoria,
i tre pini sarebbero stati nel posto giusto.
mercoledì 31 marzo 2010
martedì 30 marzo 2010
Non è tutto oro quel che riLUCE (spesso è mercurio)
Nel campo della ricerca ambientale e della sostenibilità, spesso, per ogni innovazione, ad una prima euforia, segue una disillusione.
Ricordate la benzina verde ed il suo benzene, e le marmitte catalitiche che funzionano bene solo nelle lunghe percorrenze, mentre nel ciclo urbano non raggiungono quasi mai la temperatura d'esercizio?
Adesso è la volta delle lampade a basso consumo, le fluorescenti:
Queste lampade basano il loro funzionamento sul mercurio, che secondo la direttiva europea 2002/95/CE non dovrebbe eccedere i 5 mg per lampada.
Ma ridurre o eliminare il mercurio necessita di onerosi programmi di ricerca, invece sono capaci tutti a fabbricarle con tanto mercurio.
Così, mentre industrie come l'olandese Philips reclamizzano lampade che ne contengono molto meno, in Italia si è avuta una diffusione enorme di lampade di bassa qualità ed alto contenuto di mercurio, grazie anche ai ricchi "certificati verdi" che si acquisiscono tramite la distribuzione gratuita di lampade (naturalmente, in questa operazione vengono preferite quelle a basso costo).
Queste lampade sono bombe ecologiche, soprattutto in Italia dove nessuno si è preso la pena di informare i cittadini che le lampade fluorescenti guaste non possono essere gettate nel vetro o, peggio, nell'indifferenziato.
Esse devono essere smaltite, evitando di romperle, tra i materiali RAEE.(Raccolta Apparecchi Elettrici Elettronici), per farlo si possono consegnare al rivenditore o affidare alle discariche comunali. (l'oasi ecologica di Manciano, sotto la tettoia, è dotata di cassoni RAEE)
Altra cocente delusione viene poi dal fatto che queste lampade a basso consumo, invece di ridurre i consumi elettrici, hanno moltiplicato l'illuminazione artificiale, con effetti disastrosi sull'inquinamento luminoso notturno.
Purtroppo infatti, in assenza di una consapevolezza ambientale diffusa, gli accorgimenti tecnici per la riduzione dei consumi vengono recepiti dagli utenti solo come un'opportunità di ulteriore sperpero a buon mercato.
Ricordate la benzina verde ed il suo benzene, e le marmitte catalitiche che funzionano bene solo nelle lunghe percorrenze, mentre nel ciclo urbano non raggiungono quasi mai la temperatura d'esercizio?
Adesso è la volta delle lampade a basso consumo, le fluorescenti:
Queste lampade basano il loro funzionamento sul mercurio, che secondo la direttiva europea 2002/95/CE non dovrebbe eccedere i 5 mg per lampada.
Ma ridurre o eliminare il mercurio necessita di onerosi programmi di ricerca, invece sono capaci tutti a fabbricarle con tanto mercurio.
Così, mentre industrie come l'olandese Philips reclamizzano lampade che ne contengono molto meno, in Italia si è avuta una diffusione enorme di lampade di bassa qualità ed alto contenuto di mercurio, grazie anche ai ricchi "certificati verdi" che si acquisiscono tramite la distribuzione gratuita di lampade (naturalmente, in questa operazione vengono preferite quelle a basso costo).
Queste lampade sono bombe ecologiche, soprattutto in Italia dove nessuno si è preso la pena di informare i cittadini che le lampade fluorescenti guaste non possono essere gettate nel vetro o, peggio, nell'indifferenziato.
Esse devono essere smaltite, evitando di romperle, tra i materiali RAEE.(Raccolta Apparecchi Elettrici Elettronici), per farlo si possono consegnare al rivenditore o affidare alle discariche comunali. (l'oasi ecologica di Manciano, sotto la tettoia, è dotata di cassoni RAEE)
Altra cocente delusione viene poi dal fatto che queste lampade a basso consumo, invece di ridurre i consumi elettrici, hanno moltiplicato l'illuminazione artificiale, con effetti disastrosi sull'inquinamento luminoso notturno.
Purtroppo infatti, in assenza di una consapevolezza ambientale diffusa, gli accorgimenti tecnici per la riduzione dei consumi vengono recepiti dagli utenti solo come un'opportunità di ulteriore sperpero a buon mercato.
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