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martedì 30 marzo 2010

Non è tutto oro quel che riLUCE (spesso è mercurio)

Nel campo della ricerca ambientale e della sostenibilità, spesso, per ogni innovazione, ad una prima euforia, segue una disillusione.
Ricordate la benzina verde ed il suo benzene, e le marmitte catalitiche che funzionano bene solo nelle lunghe percorrenze, mentre nel ciclo urbano non raggiungono quasi mai la temperatura d'esercizio?

Adesso è la volta delle lampade a basso consumo, le fluorescenti:

Queste lampade basano il loro funzionamento sul mercurio, che secondo la direttiva europea 2002/95/CE non dovrebbe eccedere i 5 mg per lampada.
Ma ridurre o eliminare il mercurio necessita di onerosi programmi di ricerca, invece sono capaci tutti a fabbricarle con tanto mercurio.
Così, mentre industrie come l'olandese Philips reclamizzano lampade che ne contengono molto meno, in Italia si è avuta una diffusione enorme di lampade di bassa qualità ed alto contenuto di mercurio, grazie anche ai ricchi "certificati verdi" che si acquisiscono tramite la distribuzione gratuita di lampade (naturalmente, in questa operazione vengono preferite quelle a basso costo).

Queste lampade sono bombe ecologiche, soprattutto in Italia dove nessuno si è preso la pena di informare i cittadini che le lampade fluorescenti guaste non possono essere gettate nel vetro o, peggio, nell'indifferenziato.
Esse devono essere smaltite, evitando di romperle, tra i materiali RAEE.(Raccolta Apparecchi Elettrici Elettronici), per farlo si possono consegnare al rivenditore o affidare alle discariche comunali. (l'oasi ecologica di Manciano, sotto la tettoia, è dotata di cassoni RAEE)

Altra cocente delusione viene poi dal fatto che queste lampade a basso consumo, invece di ridurre i consumi elettrici, hanno moltiplicato l'illuminazione artificiale, con effetti disastrosi sull'inquinamento luminoso notturno.
Purtroppo infatti, in assenza di una consapevolezza ambientale diffusa, gli accorgimenti tecnici per la riduzione dei consumi vengono recepiti dagli utenti solo come un'opportunità di ulteriore sperpero a buon mercato.

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